Poi ci
sono quei progetti che, una volta annunciata la loro uscita, ricevono
una particolare attenzione dai giornali/siti web del settore.
Per
questi arrivano subito delle interviste all'autore veramente
interessanti.
Diverso
tempo dopo, niente più.
Non si
trova nemmeno una recensione in merito.
Con
questa premessa si tenta di dare voce ad un'opera che meriterebbe più
attenzione.
Andrea
Ferraris, fumettista classe 1966, con Churubusco ha
dato voce alla Resistenza del battaglione di San Patrizio:
protagonista della guerra di Churubusco fra Stati Uniti e Messico nel
1847.
Al Napoli Comicon Andrea Ferraris ha fatto conoscere l'opera ad un
pubblico che è stato pure molto ricettivo, dietro a questo progetto
(parigino) si respirava una certa curiosità.
Churubusco
però è stato presentato
egregiamente in anteprima alla rassegna culturale
Lievito della città di Latina.
Il libro è stato lanciato con un trailer emozionante, accompagnato dal
brano a tema Saint Patrick's Land di Lorenzo Tempesti.
In occasione del Napoli Comicon ho conosciuto Andrea Ferraris, disegnatore Disney apprezzatissimo. Da diversi anni lavora per la danese Egmont.
Da qui ne è scaturita una bellissima discussione sul libro, sulla
sua bellissima genesi e sul riscontro che ha avuto con la popolazione
messicana e, nientepopodimeno che, con l'ambasciatore messicano!
Questo perché trattasi di un prodotto che ha restituito alla storia
un tassello fondamentale, prima dimenticato, ora pulsante di vita
grazie al racconto d'autore di Andrea Ferraris.
"Churubusco
è un pueblo che ho nel cuore da molto tempo....."
L'antefatto storico risale al 1840 (come ci viene introdotto
dall'autore di questa storia): quando gli Stati Uniti avevano
sfiorato l'idea di attaccare la California, all'epoca sotto autorità
del governo messicano.
La potenza americana desiderava compiere l'atto bellico, col fine di
avere uno sbocco verso l'Oceano Pacifico e infine intessere rapporti
commerciali in Asia.
Nel mese di gennaio del 1846, la vicenda ebbe un burrascoso sviluppo quando gli americani,
approfittando di un disguido tra la Repubblica del Texas e Messico,
invasero il Messico nel punto strategico tra il fiume Nueces e Rio
Grande.
Nel 1847 gli Stati Uniti cominciarono a cercare la città di Churubusco, in questa pare vi fossero rifugiati immigrati irlandesi, polacchi e italiani. Proprio per questi il battaglione di San Patrizio lasciò l'esercito americano per difendere i più deboli che risiedevano nell'ultimo baluardo messicano.
Nel 1847 gli Stati Uniti cominciarono a cercare la città di Churubusco, in questa pare vi fossero rifugiati immigrati irlandesi, polacchi e italiani. Proprio per questi il battaglione di San Patrizio lasciò l'esercito americano per difendere i più deboli che risiedevano nell'ultimo baluardo messicano.
Tra le fila degli yankee vi era Michele Rizzo (figura mai esistita storicamente), immigrato
siciliano, arruolatosi perché vuole possedere un terreno una volta
vinta la guerra.
Il giovane italiano veniva però spesso tormentato di notte da uno
strano incubo ricorrente, incubi che graficamente vengono sempre rappresentati con un pennello
intinto di caffè. Questo su suggerimento della moglie dell'autore
genovese.
Un incubo che pare risalisse agli anni dell'infanzia di Michele.
Sul finire della battaglia, ci si avvicina al finale che avvolgerà il lettore tra il linguaggio sognante e il mero reportage storico.
Churubusco è un inno alla libertà, alla resistenza contro la tirannia dei potenti.
Le tavole di Ferraris sono pregne essenzialmente del miglior Goya. Dall'inizio dell'opera si respira pienamente l'aria di terra, pallottole e sangue: questo dalla prima cruenta sequenza montata a regola d'arte.
La matita enfatizza gli sguardi del protagonista e dei suoi comprimari nelle scene più salienti, con una forza nel segno sempre più granitica ed espressionista.
Lunghe sequenze mute lasciano parlare agli assolati paesaggi esotici sul confine, anche alle lunghe scazzottate in cui Rizzo spesso ingaggia.
Le inquadrature con l'avanzare della storia assumono un ambizioso taglio cinematografico, questo a vantaggio di una lettura sempre più rapida.
Qualche anno è servito ad Andrea Ferraris per documentarsi e per realizzare graficamente al meglio questa storia di resistenza e caffè.
Il volume è accompagnato alla fine da un buon apparato redazionale storico curato da Ferraris stesso, che va ad impreziosire ulteriormente questo episodio (a fumetti) storico ora più vivo che mai.
Un incubo che pare risalisse agli anni dell'infanzia di Michele.
Sul finire della battaglia, ci si avvicina al finale che avvolgerà il lettore tra il linguaggio sognante e il mero reportage storico.
Churubusco è un inno alla libertà, alla resistenza contro la tirannia dei potenti.
Le tavole di Ferraris sono pregne essenzialmente del miglior Goya. Dall'inizio dell'opera si respira pienamente l'aria di terra, pallottole e sangue: questo dalla prima cruenta sequenza montata a regola d'arte.
La matita enfatizza gli sguardi del protagonista e dei suoi comprimari nelle scene più salienti, con una forza nel segno sempre più granitica ed espressionista.
Lunghe sequenze mute lasciano parlare agli assolati paesaggi esotici sul confine, anche alle lunghe scazzottate in cui Rizzo spesso ingaggia.
Le inquadrature con l'avanzare della storia assumono un ambizioso taglio cinematografico, questo a vantaggio di una lettura sempre più rapida.
Qualche anno è servito ad Andrea Ferraris per documentarsi e per realizzare graficamente al meglio questa storia di resistenza e caffè.
Il volume è accompagnato alla fine da un buon apparato redazionale storico curato da Ferraris stesso, che va ad impreziosire ulteriormente questo episodio (a fumetti) storico ora più vivo che mai.
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