lunedì 23 dicembre 2019

Premi Ju Caffè d'Or(z)o 2019 - Categoria Libri




Nella nuova classifica che segue, ha saputo imporsi - e pure prepotentemente - buona parte delle proposte editoriali italiane del 2019: tra Roma (centro e periferia) e Milano, tra gli inferi e l'universo non ancora conosciuto.

Della loro presenza è soprattutto complice Vanni Santoni, che ha felicemente coinvolto il sottoscritto («inchino», cit.) come giurato per le nuove Classifiche di qualità de L'indiscreto



Se le letture affrontate avessero una playlist Spotify: suonerebbe sicuramente così.












Sin dall'incipit fulminante, il filosofo radicale mette in fila gli eventi degli anni Dieci che hanno portato alla deriva i popoli di tutto il pianeta.
Bifo guarda negli occhi della bestia con lucidità e freddezza assolute, svelandone il malcontento generale nei confronti dell'establishment; unico trait d'union del racconto.

Futurabilità
traccia le vie del passato per arrivare più consapevoli al futuro prossimo: indicandoci le cause economiche che ci hanno portati nella "tempesta di merda."
Un quadro appassionante, quanto pessimista e complesso sulla società e sulle sue continue trasformazioni.



Rassegna stampa
Possibilità, potenza e potere, secondo Bifo
Intervista a cura di Francesco D'Isa
L'Indiscreto, 5 ottobre 2018







Ivan Carozzi è il perfetto infiltrato per raccontare una scena musicale che inizialmente gli appare estranea, ma che senza difficoltà addomestica ed entra subito in empatia.
L'autore prende in prestito l'autofiction di Carrère per stendere una mappatura di una corrente artistica e dei suoi maggiori interpreti in Italia; contando anche del vissuto di ognuno e della cornice quotidiana. Il tutto senza banalizzarne il senso e l'estrazione culturale di ciascuno (sensibilità sconosciuta a gran parte dei media generalisti).

Carozzi incrocia lo sguardo di Ghali, più avanti si ritrova un cartellone con la faccia di Sfera Ebbasta, ma non sembra provarne imbarazzo, anzi: da bravo entomologo li osserva da vicino e ne studia i colori e le espressioni.
L'occhio del giornalista (Linus, Esquire Italia) non cade nei termini agiografici, quanto invece si preoccupa di dare voce alla umanità dei singoli, come ci ha insegnato proprio la scrittura di Carrère in questo decennio. 





Rassegna stampa








Fresco vincitore del premio Fahrenheit (Radio 3), quello di Jonathan Bazzi è un esordio lirico e dritto al tempo stesso.

La febbre non vuole proprio saperne di scemare, Jonathan si domanda perché e come affrontare la condizione in cui riversa da giorni. Quando viene poi a sapere che è sieropositivo.
La scoperta di avere l'HIV si rivelerà delle più spiazzanti?
L'effetto sortito è tutt'altro che scontato, e questo rende la voce di Jonathan unica e meravigliosa.

L'autore, nel riprendere le scene di vita quotidiana con una famiglia tutt'altro che facile, non si limita mai a sfogliare un album di ricordi, ma audace si addentra nelle zone d'ombra (i litigi continui, le discriminazioni perché omosessuale) e nei momenti di gioia condivisi.

La memoria è vivissima, come è viva la lingua utilizzata per narrare gli ambienti che frequenta, senza contare le relazioni tossiche che animano altri contesti.
Come Cinzia (di Leo Ortolani) affronta la sua storia con grande spirito e leggerezza, e con spiccata autoironia che filtra i siparietti qua e là nel romanzo.
Da Rozzano, o da Rozzangeles, ci giunge un'autobiografia dalla potenza inedita.

Febbre, per chi scrive, è stato il regalo di Natale che ha consegnato ad una amica di famiglia: che proprio l'estate scorsa chiedeva nostalgica, perché memore del periodo trascorso a Milano, cosa stesse leggendo il sottoscritto sotto l'ombrellone.
Un esordio grandioso.




Rassegna stampa:
Febbre
l'autobiografia d'esordio di Bazzi
per abbattere i modelli standardizzati sull'Hiv e sul muro della solitudine

di Stefania Massari
Il fatto quotidiano, 8 luglio 2019






Vi siete mai chiesti il significato che può avere un cerchio magico?
Eugene Thacker - nel primo volume di una trilogia - compie una discesa negli inferi per rivelare le materie occulte trattate nella letteratura e nel cinema.

Al centro del saggio troviamo il tema sul mondo e sul mondo con/senza la presenza dell'uomo, in quanto ospite del pianeta in cui vive (e distrugge). Naturalmente non manca una puntuale riflessione squisitamente esoterica sul cambiamento climatico in atto da tempo; e sulle terrificanti conseguenze ora sotto gli occhi di tutti.

Tra le proposte editoriali del 2019, Thacker spicca per sovrabbondanza delle tematiche trattate e per scorrevolezza, veramente alla portata di tutti.
Tra le ceneri di questo pianeta (trad. Claudio Kulesko) è la crociera sullo Stige che tutti vorremmo fare almeno una volta nella vita.





Rassegna stampa:
Eugene Thacker: orrore della filosofia, filosofia dell'orrore
di Federico Sardo
Esquire Italia, 30 gennaio 2019


Tra le ceneri di questo pianeta impensabile, il saggio di Eugene Thacker
di Gianluca Catalfamo
Il Libraio, 30 gennaio 2019










Anna pensa di soccombere al mercato

Non lo sa perché si è laureata

Anni fa credeva nella lotta

Adesso sta paralizzata in strada

Finge di essere morta
Scrive con lo spray
Sui muri
Che la catastrofe
È inevitabile


Il liberismo ha i giorni contati
Baustelle, 2008


Che il follow-up di Teoria della classe disagiata fosse una delle novità più attese nell'editoria si era ben capito. Ma si spera che dopo la sua uscita venga presa in considerazione l'importanza, e l'impatto che ora sta avendo anche fuori dalla semplice cerchia degli addetti ai lavori.

L'esergo, che vede una battuta John Carpenter, sembra richiamare proprio "la tempesta di merda" tirata in ballo da Bifo.
Ma a ben vedere, questa guerra di tutti è innanzitutto la fotografia del crollo del liberismo selvaggio; quando qualcuno all'epoca ne cantava così: 
«Vede la fine / In metropolitana / Nella puttana / Che le si siede a fianco / Nel tizio stanco / Nella sua borsa di Dior.»

L'avversione totale nei confronti delle istituzioni ha portato con il tempo a far insorgere movimenti e forze politiche. Ventura si sofferma poi sulla potenza dei simboli e dei valori che questi veicolano; spesso interpretabili e fraintendibili. 

Quello che appare più evidente è il pop - con cui S&M di Rihanna apre il libro - che fa da cartina tornasole delle paranoie cospirazioniste e dell'ascesa del populismo nella alte cariche politiche. Gli studi che l'autore ha condotto sugli scritti di Hobbes e Marx, riflettono le crepe della società moderna in piena crisi ideologica e a viso aperto con la corrente della post-verità.

Nelle battute finali: la sfida tra gatto e topo con una larga tesi su Squeak the Mouse di Massimo Mattioli; l'antesignano granguignolesco dei simpsoniani Grattachecca & Fichetto.
Ventura butta nel calderone meme, cultura pop e teorie più assurde del cospirazionismo per raccontare, con estrema accuratezza, come (e soprattutto) il palcoscenico della democrazia internazionale venga sempre meno.

Una lettura - dopo quella pessimistica di Bifo, da affiancare a Populismo 2.0 di Marco Revelli. 





Rassegna stampa:
La guerra di tutti
intervista a cura di Adriano Ercolani
minima&moralia, 18 luglio 2019










Il volto di Caravaggio si confonde - e si fonde - con quello dell'autore (anch'egli pittore) che manda avanti le fila della narrazione. Che sia in realtà Merisi, lontano perché chiuso nella cella di una prigione, a mettersi a nudo con il lettore?

Con una prosa magmatica, Tommaso Pincio si invola nella dimensione ultraterrena di bufaliniana memoria. Anche se a parlare è un pittore senza nome, ma l'impiego di gallerista romano fa alludere al romanziere Premio Sinbad 2015.

La vita va vissuta al meglio perché è un dono (come il titolo suggerisce): ma Merisi e Pincio sono meritevoli di tale dono?

Il libro non ha la pretesa di essere retorico: la grandezza di Pincio sta nell'aderire anima, corpo e lingua sulle vite prese in esame; che sia un frequentatore di social network, o un amico immaginario di una rockstar poco importa e si è visto.
Ma se qualcuno cerca una biografia su Caravaggio - a uso e consumo durante un pellegrinaggio a Roma - ne resterà deluso.


Nelle pagine più concitate parte una grandiosa lettera d'amore, e giunge di luce vivissima alla sua città, spesso presente nei suoi lavori. 

In un virtuoso gioco di specchi e di coincidenze (la foto dice nulla?) emerge un'opera commovente che eleva lo stato della narrativa italiana ad altissimi livelli.


Rassegna stampa: 
Ritratto di un pittore scrivano
di Lavinia Torti
Il Tascabile, 24 giugno 2019



La letteratura trae forza e ragione di esistere dalla sua marginalità: Tommaso di racconta
intervista a cura di Gloria Ghioni
Il Libraio, 26 ottobre 2018











Ma se a uccidere il proprio fratello, e a fondare la città, fosse stato in realtà Remo? Secondo questo mitologico what if sarebbero sorte le mura di Remoria. Se però
 resta invisibile ai nostri occhi, è perché siamo accecati e assuefatti dalla bellezza che offre il centro - peraltro costituito dal solo 1% del territorio comunale - da cartolina.

Il grimorio, o "malleus borgatarum" (come lo definisce lo stesso autore e giornalista) è un romanzo fantasy che ha come colonna sonora la musica dei Coil, più il fervido movimento techno che sconvolse, e in bene, la Roma negli anni Novanta.
A sfilare come attori principali: il coatto sintetico Ranxerox (e il creatore Stefano Tamburini come nume tutelare), gli interpreti e attori di strada di Amore tossico.


La considerazione dello storico Gaetano De Sanctis («la figura di Remo è scialba e oscura»), innesca con un cortocircuito il mito fondativo che va a inscriversi nella "borgatasfera": l'anello, l'uroboro, o GRA - o l'ano, per essere più profani - attorno cui si muovono gli scarti; i rifiuti che il centro proprio non vuole avere niente a che fare perché considerati agenti venefici.

Quello che rende Remoria uno dei testi più all'avanguardia e ricercati, è un lavoro di documentazione estrema, unita in seguito al linguaggio che si divide tra il diario epico e il documentaristico. 





Rassegna stampa:
La Grande Bellezza abita a Remoria e il coatto è il suo vero profeta
di Christian Raimo
Tuttolibri, 7 settembre 2019


Sacro Romano Alieno
di Francesco Pacifico
Il Tascabile, 3 ottobre 2019










Per chi scrive è il libro dell'anno, tra i più significativi del decennio per l'impegno nella ricerca linguistica e nella composizione sperimentale ardita.

Quello di Claudia Durastanti
è un tentativo di sedersi per di raccontarci - in prima istanza - dei suoi fantasmi.
L'ibrido memoir fa il giro dei due continenti - Brooklyn, la Basilicata, Roma e Londra - per fare ritorno al centro del suo universo. L'unica via praticabile per raccontare della sua famiglia, dei suoi affetti, e della sua formazione artistica in toto, era un romanzo mondo che guarda tutti ad alta quota.

Parafrasando una delle sue pagine: La straniera è come la musica pubblicata dall'etichetta nostrana Alga Marghen, va oltre l'atto performativo: essendo politica, poetica, critica, cinica, tecnica, astratta e assurda oltremodo. 





Rassegna stampa:
Vivere da straniera, il nuovo libro di Claudia Durastanti
di Nicola H. Cosentino
minima&moralia, 18 febbraio 2019



Claudia Durastanti ci racconta La straniera
intervista a cura di Francesco Chianese
L'indiependente, 9 aprile 2019

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