Settimo giro al bancone del bar, ma da queste parti si offre solo la nera bevanda preferita del sottoscritto... ehr, no. Non si tratta della Coca-Cola. Chi frequenta questo bar già sa.
La settima edizione della Palma d'Or(z)o vede premiate le eccellenze del fumetto pubblicate la prima volta in Italia nel 2018. Non mancano alcune solite voci del fumetto d'autore e seriale, a queste si sono aggiunti altri notevoli autori/titoli e nuove categorie menzionate verso i titoli di coda.
"Prego sedetevi comodi, sta cominciando lo show." (cit.)
Consigliato giusto su
Esquire Italia poco prima di Lucca Comics & Games 2018, e
anche per via della ghiotta presenza dell'autore allo stand.
Di Moreau si può
dire soltanto che qui si afferma e prepotentemente come una delle
voci più grandi della sua generazione. E il ragazzetto transalpino
ha solamente trentuno anni.
Acclamato da
pubblico, critica e giurie sparse per l'Europa – tanto da vincere a
Lucca un Gran Guinigi con La scimmia di Hartlepool - arriva
con un racconto lungo e di ampio respiro.
L'Islanda – ci
troviamo nel XVIII secolo – è da tempo sotto lo strapotere dei
reali danesi.
Grimr è rimasto
orfano dopo un'eruzione vulcanica che non ha lasciato scampo alla sua
famiglia, poco dopo viene accolto sotto l'ala protettrice di Vingmar:
un ladruncolo che insegnerà al giovane “figlio di nessuno”
(nomen omen) come sopravvivere, ma soprattutto a guadagnarsi il
rispetto; perché in fin dei conti è l'ultima cosa che de facto potrà portarsi sotto la lapide.
Un uso
dell'acquerello che si fa magistrale di paesaggio in paesaggio,
spietato e bellissimo.
Sulla strada del
giovane Grimr si manifesteranno diversi ostacoli, ma sembra che
neanche il freddo islandese più tagliente possa scalfirgli la pelle.
L'esito è dei più
epici quanto dei più simbolici.
“Psichedelia / ti
fai degli acidi e poi sei in acido”, più o meno questo si prova –
come dicevano gli Elii – quando ti immergi nel manto colorato di
Jesse Jacobs: autore canadese conosciuto in Italia grazie al
capolavoro Safari Honeymoon. E rendiamo grazie ai ragazzi di
Eris Edizioni se possiamo leggerlo in tutto il suo psichedelico
splendore!
Una lavatrice può
davvero condurre in una dimensione parallela popolata da animaletti e
freak?
La risposta la
troverete (ovviamente) nel libro e in questo mio speciale uscito pergli amici di Finzioni Magazine.
A coloro che non ne avevano mai sentito parlare manco di striscio (volendo): sappiate che il nome
di Jacobs è una tappa obbligatoria per chi vuole approcciarsi al
fumetto underground e alla personalissima cifra stilistica
dell'autore. Imprescindibile.
Nel 2018 è stato un
po' il God of war e il Red dead redemption del fumetto:
perché accompagnato da un'accoglienza positiva planetaria. E come se
non bastasse una pioggia di premi da tutte le giurie dei festival di
settore.
Partito negli States
come un caso letterario, giunge poco dopo in Italia che era già
salutato dal mondo come una pietra angolare del fumetto mondiale;
lodata persino da un maestro vero come Chris Ware.
Il grande pregio di
Emil Ferris è stato quello di imprimere fortemente nelle pagine gli
incubi e i sogni di Karen Reyes: la bambina licantropo Karen che
indossa i panni del detective, con lo scopo di fare luce
sull'omicidio della sua vicina Anka Silverberg. Mica per diletto.
La storia della
donna assassinata risale agli anni della Seconda guerra mondiale. Da
qui la bimba licantropo si tufferà nelle pagine personali di una
donna che ha visto sulla sua pelle abbattersi uno dei più grandi
crimini della Storia.
Ogni capitolo viene
aperto da una copertina delle riviste pulp che la ragazzina divora
(avidamente) e venera, disegnate veramente con una perizia tecnica
assoluta.
Karen/Emil non fa in
tempo a chiederci se “i mostri sono meglio delle persone”
(semicit.) che sul finale cambia tutto quanto il quadro del racconto,
un calderone che contiene noir e memoir storico (la deportazione di
Anka nei campi di concentramento), più il romanzo gotico e
l'autobiografia.
Si spera che nel
2019 venga pubblicato il secondo tomo.
Tutti siamo in
attesa di scoprire come andrà a finire l'indagine di Karen.
Dopo Peplum
di Blutch, 001 edizioni porta sugli scaffali un altro libro – a
sfondo storico - importantissimo.
Con pochi tratti ci
fa rivivere scene di vita quotidiana, gli amori e gli intrighi prima
del drammatico evento naturale che abbiamo studiato sui libri di
Storia.
Frank Santoro ci fa
catapultare nel 79 d.c. con un registro grafico tutta suo e simile al
lavoro fatto per uno storyboard. Qui una grazia del tratto –
ridotto all'osso perché veramente sintetico – viene sfruttato
all'ennesima potenza e per una storia sì lontana dal nostro vissuto
contemporaneo, ma che è ancora vivida e commovente grazie al tocco sensibile e intelligente dell'autore.
Una storia di abusi
e di violenze, le stesse che vengono reiterate sul corpo della
protagonista e di molte altre sue coetanee a scuola e sul posto di
lavoro. Il più delle volte costrette a fuggire dal nucleo famigliare
in cerca di fortuna, ma si ritroveranno con un lavoro frustrante
quanto umiliante.
Ancco tratteggia
l'oscura Corea del Sud degli anni '90, dove la violenza era
all'ordine del giorno, nonché modello educativo esemplare per le
“ragazze cattive” del titolo.
Ancco ci consegna
una pagina nera di storia bruciante, interamente riportato con un comparto
grafico scuro.
EX AEQUO
Non c'è decreto sicurezza che
tenga: questi due libri a fumetti devono essere presenti sulle
scrivanie, sui comodini e nelle tasche di tutti. Nessuno può sottrarsi dall'essere umani oggi.
Due libri in
grado di dirci che in fondo tutti noi possiamo accedere a delle fonti di informazioni sicure su un fenomeno sensibile quale è l'immigrazione.
Salvezza riporta
dati, conversazioni, studi e tutta l'esperienza che gli
amici-colleghi (nonché coppia ben rodata del fumetto italiano) hanno
passato a bordo della Aquarius.
Marino Neri (sotto
l'egida Oblomov) ci tiene per mano per mostrarci la vita illuminata
degli emarginati, di cui basta davvero un pizzico di cattiveria per calpestarle, e da questi dobbiamo saperci difendere sempre.
Un quadro neorealista e sulla scia del lato tenero di Dogman, Neri splende con questo piccolo canto di Natale personale.
Primo fumettone
letto nel 2018.
Una gemma
multicolore che irradia gelo e colori.
Il nome di Luke
Healy viene pescato da Coconino press e – giustamente – inserito
nel suo grande catalogo.
Su Il Mucchio
Selvaggio ne avevo parlato molto bene nell'ultimo numero
pubblicato.
Di Sabrina Gallo non
vi è più traccia.
Questo di Drnaso è
un quesito: come reagirà la comunità, la contea, ma soprattutto gli
utenti del web davanti al dramma della giovane ragazza scomparsa?
Sempre con uno stile
minimale e rigoroso, nel pieno del controllo di un medium.
Nick Drnaso
apre un vaso di Pandora da cui escono tutte le teorie del complotto e
il malessere post 11 settembre. Una riflessione alienante sull'isolamento e sull'uso non proprio confortante dei social network.
Un plauso
all'editore che ce lo ha consegnato nel formato originale.
Il fumettista
francese mette da parte il lato intimista per cimentarsi con un
romanzo (a fumetti) epico-cavalleresco.
L'arte sequenziale
dell'autore di Portugal e de Gli equinozi si prende una pausa dal lungo periodo intimista. Un maestro - accompagnato dalla co-sceneggiatrice Moreil - nell'aver messo in scena – con una certa ambizione – una favola
che vede temi sociali quali emancipazione, intrighi di palazzo e la
lotta delle classi. Spesso chiamando in causa l'arte di un gigante
come Gianni De Luca nelle doppie splash page.
A quando il secondo volume?
Altro giro e altro
fumettista americano di cui bisogna sapere tutto o quasi.
Dopo l'antologia di racconti Golem
stories torna con una storia nera ambientata nell'industria
cinematografica dei b-movie.
Le ambizioni di Seymour, in procinto di realizzare il suo primo lungometraggio, saranno vanificate? Se sì, come?
Tra le uscite più
esaltanti della scorsa stagione in casa Oblomov edizioni.
Questa più avanti è la shortlist del premio, titoli medagliati compresi.
La zona calda della classifica.
Che Leo Ortolani
fosse un gigante che cammina tra gli uomini (cit.) lo avevamo dato
per assodato. Ma con Cinzia, cavolo, sembra che sappia parlare il
linguaggio del racconto lungo da tempo e non aveva detto niente a
nessuno!
Paul, che poi
diventa Cinzia (gli afecionados la ricorderanno come la lucciola della
quinta strada): la donna che ha sempre sognato di essere.
Si ride, si piange e
si ride di nuovo.
L'ex postino che consegnò l'albo di Topolino
a Deboroh, che grazie al quale ha seguito poi la vocazione del
supereroe Rat-Man, sfida i tabù della società in cui vive - la stessa in cui viviamo anche noi, mannaggia - sulle questioni di genere.
Ma se noi tutti ci guardassimo negli occhi e ci chiedessimo: "ma davvero ci frega nulla di chi siamo veramente?"
Non so, ma dei baronetti cantavano qualche decade prima questo: "and in the end / the love you take / is equal to the love / you make."
In un albo di
notevoli dimensioni, Bacilieri vi ha sfruttato appieno figure,
ambienti e le architetture meneghine. Tutte quante proposte in una
carellata mentre Daddo e Skilla, una ragazza che straborda di
bellezza ellenica dalle folte sopracciglia in giù, consumano l'atto
sessuale.
Ah, anche qui la
Torre Velasca si prende la scena! Quella dell'architettura in
generale, che fa da sfondo alle vicende amorose dei giovani
innamorati - è un fil rouge che tiene viva la produzione di
un maestro.
L'amore è un tramezzino. Un po' come la città meneghina a cui si offre come sfondo perfetto per questa storia dolce amara che strizza l'occhio ai fan di Wes Anderson.
Quel “voglio
suona'” è un grido che si traduce poi in impeto, quel motore che al vecchio Colt fa alzare il culo dalla sedia e a domandarsi chi fosse stato (in gioventù e nel pieno dell'esplosione del punk) prima
di essere sbattuto all'ospizio di Villa Doris.
Come nelle storie
più nere e nichiliste, Taddei e Angelini ci ricordano che può
esserci un briciolo di speranza in un mondo – consumato e
rinsecchito a causa del consumismo selvaggio – dove ci sono rimaste nient'altro che le briciole. Ergo: non c'è spazio più per i vecchi di merda.
Un maelstrom distopico ambientato nel 2029: che questo sia in realtà un avvertimento degli autori?
Un esordio che ha
tenuto banco nell'ultima stagione autunnale, presentato in anteprima
assoluta a Lucca... e qui vi ha fatto proprio una bella figura.
Vittoria “Vitt”
Moretta crea un proprio regno, che talmente può
sembrare assurdo e sincera questa cittadina – frequentata da anime
posticce - che potrebbe essere benissimo sfruttata in una futura
serie a fumetti (e perché no, anche con una trasposizione animata).
Harkham, Segar,
Clowes e Ratigher sono i numi tutelari che aleggiano sopra la testa di Vitt Moretta.
Proprio di Ratigher
c'è l'evasione dalla fortezza borghese (vedi Trama) verso quello che può essere
un purgatorio, se non un paradiso in cui possono perdersi i tre
ragazzi protagonisti.
Come ho scritto già
altrove: Il
tramonto del Sea Breeze
è un esordio che vive di sintesi, di personaggi alticci e di
quell'insano romanticismo (post)adolescenziale che non guasta mai.
Tracimante di ormoni galoppanti e di un segno che strizza l'occhio ai lettori punk
che si rispettino.
Un'esecuzione
anarchica che si venera volentieri per coraggio e sfacciataggine
della giovane autrice.
L'enfant prodige del
fumetto d'oltralpe ha reso fulminante la prima stagione fumettistica
nel 2018.
Nel mio primo articolo apparso su Esquire Italia ho speso parole d'amore e
di stima nei confronti di un titolo che è leggere (e da
rileggere in futuro).
Ah, ma quant'è
bravo Jaime “Love & Rockets” Hernandez?
Così capace a tessere una grammatica certosina che si finisce ad avere tra le mani un capolavoro vero. La vita di Maggie nella cittadina di Huerta sarebbe piaciuta moltissimo al papà della fittizia Macondo Gabriel García Márquez.
Così capace a tessere una grammatica certosina che si finisce ad avere tra le mani un capolavoro vero. La vita di Maggie nella cittadina di Huerta sarebbe piaciuta moltissimo al papà della fittizia Macondo Gabriel García Márquez.
Sempre
per Esquire ho provato a scrivere perché è da leggere subito, tanto da meritarsi qui una meritata medaglia d'argento. Meraviglioso.
"Cronachette è la roba più bella che abbia mai letto", così diceva Gianni Pacinotti durante le riprese del mockumentary Il ragazzo più felice del mondo. Ma dovrà poi ricredersi qualche mese dopo e firmando una corposa prefazione al volume.
Atto di Dio è un'esperienza visiva che lascia col fiato mozzato a fine lettura.
Una mappatura puntinista post terremoto (all'Aquila e ad Amatrice) che cede un campo (devastato dal sisma) alle voci di creature: la prima a farsi sentire è quella di un docile capriolo stordito dal traffico stradale che lo separa dal bosco e dai flash dei curiosi che visitano le aree circostanti.
Nanni era già sotto i riflettori per i lavori precedenti, ma qui entra di diritto nel gotha del fumetto italiano ed europeo. Gli va riservato un posto - e anche bello comodo - perché si è distinto con una forma espressiva non proprio delle più facili per i lettori poco navigati.
Questa è la prova che Nona Arte può essere davvero di multiforme ingegno.
Il maestro italiano della linea chiara porta a compimento il suo progetto più ambizioso.
Ne Il libraio di Praga - proposto nell'integrale Jonas Fink: una vita sospesa - cominciano a calmarsi le acque dopo la dittatura comunista, la stessa che mise in carcere Arthur Fink con l'accusa di essere ebreo e per aver cospirato contro il regime.
Jonas ora è un uomo. Vede intorno a se un fermento culturale prendere piede grazie a quella che sarà la Primavera di Praga del 1968.
Con l'aiuto della Rizzoli Lizard possiamo sapere come si concluderà una saga storica appassionante durata più di venti anni.
Per questo Giardino si porta a casa una targa come...
MIGLIOR DISEGNATORE
in ex aequo con un suo connazionale:
MIGLIOR SCENEGGIATORE
Pesa effettivamente la cadenza bimestrale, ma tanto meglio: perché l'autore potrà prendersi più tempo per scrivere al meglio gli episodi di una serie immensa, con cui ci si può confrontare benissimo per i prossimi anni.
Più avanti il signor Bilotta - con al seguito il team di disegnatori e coloristi - un altro premio.
EX AEQUO
MIGLIOR SERIE A FUMETTI
Il professore della Roma papalina ha però come compagno di stanza una serie che arriva dal Sol Levante.
Su Il Mucchio Selvaggio scrivevo in toni entusiastici del primo numero (di quattro).
MIGLIOR EDIZIONE DI UN CLASSICO
EX AQUO
Il titolo della neonata collana Doku (di casa Coconino press) è un cult degli anni '80 che può solleticare il palato dei nostalgici e di chi vorrà conoscere una gemma atipica del manga.
Il finale è quanto di più straziante si possa prevedere, non lasciatevi confondere dal tratto aggraziato se non abbozzato il più delle volte.
Indice che gli editori italiani si stiano muovendo per un recupero di storie mai pubblicate prima d'ora nel nostro paese.
E di recuperi nipponici ne sa bene l'editore di via Coni Zugna: grazie a loro possiamo leggere ancora Kazuo "L'età della convivenza" Kamimura. E vi pare poco?
MIGLIOR EDIZIONE INTEGRALE
Grazie a Rizzoli Lizard sono stati raccolti tutti gli episodi del detective felino più famoso del fumetto europeo.
Un cartonato davvero sontuoso.
MIGLIOR REALTÀ EDITORIALE
EX AEQUO
Per la casa editrice fondata da Igort è stata protagonista con uno strapotere assurdo: tra nuovi volti e il lascito artistico del sensei Taniguchi, tra la cura dell'oggetto libro e la sola idea di portare The love bunglers sui nostri scaffali.
Ma il 2018 è stato anche l'anno di J-Pop che, con la solita costanza e con la stessa voglia di lanciarsi in nuovi recuperi, è stata la regina per quanto riguarda la pubblicazione di manga e di tutta quella sfera che abbraccia il mondo del gekiga. Vedi su tutte la collana Osamushi collection.
Arriveranno già da questo mese altri inediti del dio del manga. Next stop: Delitto e castigo!
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