domenica 13 aprile 2014

Her - una storia d'amore di Spike Jonze

" Bè, nel film, Jonze è molto attento nel non creare un mondo 'social'. Se guardi le interazioni tra i personaggi, sia sul posto di lavoro, che gli amici della palazzina, nessuna parla di robe condivise. Non è un'umanità socialmente collegata, anzi, s'è arrivati all'uomo isola. 'Spaventosamente realistico e attuale' è tutto quello che si dovrebbe dire di questo film."

Mauro Uzzeo (filmaker e sceneggiatore)




Theodore Twombly vive in un contesto futuristico non dissimile dal nostro presente: niente macchine volanti o altri congegni complicatissimi.
Ma da OS.
Sistemi Operativi che intrattengono rapporti umani con i loro possessori, fino a quando il rapporto può sfociarsi con buone probabilità nella vita di coppia (o nell'amicizia) più idilliaca che ci sia rimasta.



Proprio il protagonista di questa originalissima storia d'amore lo vediamo impacciato negli incontri con il gentilsesso, mentre in una delle scene iniziali si consola con una chat erotica.
Perché basta un comando vocale e un altro per organizzare sul web fugaci incontri amorosi, con tanto di sesso virtuale alla fine.
Con l'arrivo dell'OS 1 il protagonista decide di comprarsene uno: gli cambia la voce in quella femminile e la chiama Samantha.
Dal suo arrivo Theodore si intratterrà volentieri con l'intelligenza artificiale che prova sentimenti comuni all'uomo.
L'uomo ha di recente firmato le carte per il divorzio con la sua ex moglie Catherine.
Senza fare troppi spoiler...
Theodore svolge un lavoro particolare (tremendamente attuale a quelle che sono le condivisioni di aforismi/pensieri altrui spacciati per propri sui social! ), il cui compito è quello di mettere giù emozioni e missive per conto terzi.
Samantha assisterà alla precarietà emotiva di Theodore dinanzi alla società e all'amore puro dell'uomo quando si tratta di intavolare chiacchierate memorabili con quella che potrebbe essere la compagna di una vita.

Il risultato della quarta pellicola del regista di Essere John Malkovich e de Il ladro di orchidee, è una bellissima storia d'amore.
Probabilmente Her ne esce fuori come la sua opera massima.
La regia sebbene non abbia tanti movimenti di macchina eleganti, segue con delle inquadratura d'impatto e comunque ricercate quella che è una analogia del nostro presente...
...e del futuro che verrà poiché quello di Jonze è ipotizzabile per la tecnologia e per la indagine sociologica che ha condotto.
Dopo Hal 9000, l'OS Samantha entra pienamente nell'immaginario cinematografico delle intelligenze artificiali.
E poi c'è tanto di quell'umorismo fine che ti diverte e ti sazia il giusto.
(Specie quella scena sulla spiaggia...)

Si, perché la sceneggiatura è il risultato di un lavoro certosino, preciso ma soprattutto assolutamente pertinente per lo sviluppo finale del film.
Una sceneggiatura che è valsa a Spike Jonze un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura Originale.
Di per sè il concept è meraviglioso quanto ambizioso; in quanto privo di espedienti narrativi artificiosi riesci a creare un legame empatico tra lo spettatore e i personaggi: se un passaggio precipita nel drammatico, allo spettatore dispiace assolutamente!
Da applauso.



Come la fotografia. Wow!
Giocando sugli elementi cromatici caldi costruisce una cornice paradisiaca catapultando a chi guarda in una dimensione veramente sognante, complice anche la location del film.

Da perfetta cornice sonora è la ost composta dagli Arcade Fire, culla l'animo del pubblico.
Deliziosa è Moon Song di Karen O: nel film è stata cantata dalla sensuale Scarlett e suonata da Theodore/Joaquin Phoenix.
Basta guardare Joaquin per capire quanto lavoro abbia compiuto sul suo personaggio.
Un attore sempre in crescita.
Scarlett ha veramente dato prova della sua capacità attoriale senza che sia apparsa fisicamente.

Fantastica è stata la prova di Olivia Wilde, malgrado abbia partecipato per poco tempo nel film si assiste ad una ottima interpretazione.

Hipster (gne gne etichettiamo) o meno, dategli una possibilità.
Perché film di questo risma non se ne vedono passare proprio spesso eh.




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