"Per
me ambientare le storie a Roma è una religione e una missione."
Alessandro Bilotta
Lo scorso
anno è stato aperto da Alessandro Bilotta e Matteo Mosca, con una
storia ambientata nel freddo contesto del Muro di Berlino. L'albo in
questione era Friedrichstrasse.
Lo stesso team artistico apre il duemilaquindici con una storia
ambientata in una Roma decadente, ma che riesce a conservare tutta la
sua inesauribile bellezza; la cui fonte è linfa vitale per chi vuole
ambientare diverse trame. Roma da sempre si presta come un'ottima
cornice per svariati impianti narrativi.
Tra gli ultimi, il Golem di LRNZ con la sua Roma distopica.
Tra gli ultimi, il Golem di LRNZ con la sua Roma distopica.
Mercurio Loi: mento prominente, volto quasi caricaturale, e le
orecchie non passano di certo inosservato. Queste sono le caratteristiche fisiche dell'intellighenzia romana, alcune delle quali riprese/ispirate dal fumettista Gipi.
Il protagonista di questa storia si presenta come un riuscitissimo e
sornione Sherlock Holmes ante litteram. Sempre accompagnato dal suo
allievo Ottone De Angelis, il Watson della situazione. Questi si
ritrova a inizio albo con il suo docente, addentrato in una Roma
sotterranea affascinante quanto sconosciuta, poiché non è una
location da cartolina; subito al centro dell'azione per far luce sul
rapimento del figlio di un membro della società segreta di cui fa
parte Mercurio, Sciarada.
Presto si imbatteranno negli adepti dei riti del Lupercale, rito
abolito 1400 anni prima. Secondo chi li pratica, sarebbero i diretti
discendenti della lupa di Romolo e Remo.
Gli adepti del Lupercale sono stati "sguinzagliati" dal
Moriarty di Mercurio Loi, il fantomatico e affascinante Dottor
Spada. E qui non mi dilungo sull'antagonista per il piacere della
scoperta, che presto, (e spero) il lettore interessato a questi
scenari storici possa sfogliare.
Dopo i titoli di testa apparsi successivamente a tutto il costrutto
ambientato nella Roma sotterranea, si fa chiarimento sulla sinistra
vicenda che sta disturbando da diversi giorni la città papalina e
che verterà in tutto l'albo.
Ottone, una volta conclusa la missione, si ritroverà come già detto
affaccendato per un esame orale in Storia.
Ma il caso per Mercurio Loi desta un fortissimo interesse.
Pare che il fantasma di Beatrice Cenci, sia apparso a tre persone poi
buttatesi dalla terrazza del forte Sant'Angelo.
Una nebbia fitta di mistero avvolge la fortezza, mentre per le strade
i carbonari stanno dando caccia al boia Mastro Titta.
Mercurio Loi, tra un proverbio e un altro che si ritrova a sciorinare
a menadito, conduce con una capacità deduttiva fuori dal comune
questa indagine che, insieme al suo allievo preferito Ottavio, ruberà
parecchio del loro tempo: dove il pericolo è in agguato in ogni
scorcio di una affascinante Roma brulicante di complotti e piani
sconosciuti ai suoi abitanti.
Dopo l'ambientazione spaziale e lunare de Il lato oscuro della
luna, dopo l'ostico clima del Muro di Berlino in
Friedrichstrasse, il binomio Alessandro Bilotta (adepto di una
nuova corrente che permette lui di servire la città di Roma con le
sue storie d'ampio respiro) e Matteo Mosca si rivela essere vincente
anche sul fronte della misteriosa Roma papalina.
Un po' Indiana Jones e un po' di elementi supereroistici richiamano sempre più l'attenzione di chi legge. La partecipazione
del lettore sarà totale dal momento che il contesto offre numerosi
spunti storici.
Tantissima è la componente umoristica che accompagna l'albo in varie sequenze, dove si riaffaccia un'altra caratteristica del celeberrimo Sherlock di Conan Doyle.
Tantissima è la componente umoristica che accompagna l'albo in varie sequenze, dove si riaffaccia un'altra caratteristica del celeberrimo Sherlock di Conan Doyle.
Alessandro Bilotta sale in cattedra raccontando una parentesi
fondamentale della storia d'Italia, affiancato da un Matteo Mosca
ancor più sorprendente nel rappresentare scorci ed espressioni.
Tutto appartenente ad una Roma che non è poi così tanto lontana
dalla attuale.
I pennelli di Mosca si prestano per un altro universo lontano dagli
albi precedenti, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Da Castel Sant'Angelo ai vicoli storici, sempre proposto con una
qualità artistica ormai nota al grande pubblico.
Tutto questo in un albo di novantotto pagine, dove l'autore romano ha
riversato con assoluta umiltà e competenza, topoi e linguaggi
appartenenti al romanzo giallo e così via.
Si auspica ordunque un seguito, dato il finale quasi aperto e al
contempo stesso criptico.
Lunga vita a Mercurio Loi (e ai suoi autori).
Nessun commento:
Posta un commento