giovedì 23 gennaio 2014

Friedrichstrasse - di Alessandro Bilotta (testi) e Matteo Mosca (disegni) per Le Storie Bonelli 16


12 graphic novelle per un anno presenta...




"E la sera rincasavo sempre tardi 
solo i miei passi lungo i viali 
e mi piaceva spolverare fare i letti 
poi restarmene in disparte come vera principessa 
prigioniera del suo film 
che aspetta all'angolo come Marlene. 
Hai le borse sotto gli occhi 
come ti trovi a Berlino Est?"


("Alexander Platz" - Franco Battiato) 


La seconda stagione della rubrica 12 graphic novelle per un anno si apre con un albo scritto da uno dei vincitori del Premio Ju Caffè d’Or(z)o 2013: Alessandro Bilotta.
Con Il lato oscuro della luna, emozioni nello spazio siderale e tanto altro mistero.
Con Nobody, l'avventura nel senso più classico del termine.





LA STORIA Berlino è divisa dall’ostico e freddo Muro. Nella Berlino Est della Repubblica Democratica Tedesca vi opera la Stasi: polizia politica che spia e agisce in caso di intenti sovversivi.


L’agente Friedrich si muove in questa soffocante realtà imposta dal regime per sventare chi sogna invece la libertà e la Germania unita.
Ma Friedrich dietro al suo mutismo iniziale (introdottoci da una sequenza iniziale magistrale) si cela una smodata passione mista ad un sentimento ancora più nobile per la cantante di regime Marlene Becker.
Nelle serate Marlene canta diverse canzoni che inneggiano alla libertà, per questo verrà in seguito sospettata e spiata dalla Stasi: lo stesso Friedrich sarà incaricato di seguire cosa nasconde la sospettata per la quale serba segretamente amore.Per l’agente della Stasi sarà difficile mettere in guardia la cantante e confessarle apertamente l’amore.La polizia politica del regime socialista tenterà di togliere la voce a Marlene, in tutti i sensi.Sul filo della tensione i due si frequentano segretamente sapendo del rischio a cui vanno incontro.
Un crescendo di pathos e di indagine sentimentale terrà impegnato il lettore per tutto il corso della storia.

Bilotta imbastisce una trama dal contesto politico ricco di sentimento e di tensione narrativa degna delle opere precedenti.
La sequenza iniziale basta come motivo per proseguire la lettura dell’albo: il protagonista viene introdotto con una sequenza dove affronta un dialogo con il suo superiore senza che proferisca parola alcuna.
Successivamente si sblocca quando incontra la amata Marlene Becker; porta dunque ad una caratterizzazione dei personaggi veramente encomiabile facendoli brillare di luce propria.
Il finale della storia è inevitabile quanto simbolico.
Il comparto grafico di Matteo Mosca si presta in maniera ottima per questo quadro storico: i volti dei personaggi sono iperrealistici per le espressioni, idem per gli sfondi.
Il primo appuntamento del duemilaquattordici de Le Storie è un racconto gioiello sulla incomunicabilità dei sentimenti che non sfigura assolutamente davanti ai due sensazionali lavori precedenti di Bilotta. 
E poi, affrontare delle piccole quanto preziose lezioni di sceneggiatura in un albo dal formato popolare non è da tutti i giorni.



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