lunedì 31 dicembre 2018

Premi Ju Caffè d'Or(z)o 2018 - Categoria Libri





Quante volte sono che vi beccate i premi meno chiacchierati della rete?
Almeno cinque sicuro.

Questa sintetizza il mio 2018 da lettore, l'anno in cui ha visto imporsi definitivamente (e al primo posto) un mio amore letterario, e altri ancora sbocciare nel pieno della loro maturità artistica.

Non solo romanzi, ma anche biografie, non-fiction, autobiografie mostruose e artistiche.
Cominciamo?

Per il discorso fumetto ne riparliamo dopo i soliti bagordi di fine anno.

La prima recensione che troverete sul blog sarà proprio dedicata al testo che segue.
Giusto per dirvi: 1) scusate per l'assenza e 2) tranquilli che il blog andrà sempre avanti seppur con il contagocce.









Add editore, 2017

Jacopo non si nasconde: la musica di Massimo Ranieri, al secolo Giovanni Calone, è la passione che lo travolse in tenerissima età e mentre era in cucina con sua nonna!
In questo racconto inventa, ricorda, analizza e, non è da tutti!
Sul blog ve ne parlerò meglio, e non mancherà un omaggio grafico dal bravissimo illustratore Piero Nudo! Un collega (ehi, grazie per il nuovo logo del blog!), conosciuto in una già lontana edizione del Napoli Comicon, a cui si vuole un gran bene, tranne quando si tratta di sfidarlo al fantacalcio (e che si sappia). 

Consigliato a chi non può fare a meno di cantare sotto la doccia Perdere l'amore, consapevole di perdere (invece) la voce prima o poi.





Fandango Libri, 2018

“Ciao Simone, come stai?
A breve uscirà il mio romanzo: pertanto ti chiedo se ti piacerebbe recensirlo e dal momento che scrivi un po' dappertutto?”
Lo ammetto, è andata proprio così con l'amico Iacopo, conosciuto ai tempi (del suo primo romanzo di successo, Stalin + Bianca, ndr) in cui lavoravo come addetto stampa.
Un messaggio nella casella mia di Messenger che manifestava il desiderio di farmi leggere quello che per me è stato il ritorno dell'anno 2018.
L'io narrante si racconta e racconta le gesta di Danny e Aria, ognuno in fissa con i propri hobby e alle prese con la realizzazione in ambito professionale.
In questi ragazzi c'è tutto il dramma della costante ricerca di se stessi – riflettendo il pensiero millennial - unito a una giusta dose di ironia affilata, intelligente e sempre attenta al filo conduttore della storia: il desiderio.
Cosa spinge i protagonisti a muoversi e a compiere determinate scelte/azioni?
Il desiderio – appunto – è il motore che muove la trama gestita da una scrittura minimal e di quelle (americane) che piacciono tanto a Iacopo Barison.
Nel 2019 non fatevelo mancare.
Grazie a Liborio Conca ho potuto parlarne meglio nell'ultimo numero - uscito in edicola - de Il Mucchio Selvaggio. Debutto nella rubrica e unica volta in cui vi ho scritto.





Consigliato a chi ascolta i Coma_Cose, ai lettori di Ratigher e agli amanti della letteratura postmoderna americana








Fandango Libri, 2018 (nuova edizione)

La medaglia di bronzo spetta tutta alla nuova edizione di Fumetti di evasione, ampliata e riveduta dall'autore Oscar Glioti (editor Coconino Press); nonché grande estimatore del fumettista di San Benedetto del Tronto. Proprio alla figura incendiaria di Paz dedica un saggio che può essere letto come una lettura d'amore verso la produzione di un'icona, ma anche come un romanzo d'avventura che attraversa diversi decenni della storia d'Italia.

Al saggio-romanzo e ai trent'anni dalla scomparsa di Paz ho scritto giusto un articolo per Esquire Italia


Consigliato a chi ha dedicato una vita intera a Paz e a chi ama la cronaca giornalistica.








Einaudi, 2017

Da piccolo si ha paura e molta dell'inconoscibile. Mari lo ha affrontato “solo” qualche anno più tardi e con una autobiografia impostagli dalla fantomatica Accademia dei Ciechi.
Un immaginario fantasy si fonde con i ricordi dell'autore.
Uno scritto corsaro che ammalia il lettore: per non dire che lo fa prigioniero per mezzo di una scrittura arcaica e a tratti inventata.
Una cattedrale, questa edificata da Mari, che si estende e ospita i mostri e prime dagherrotipie di una vita. Come vediamo scorrere i ricordi fanno capolino – a Milano – i fantasmi di Buzzati, Bonatti, Jannacci e di Montale.
Leggenda privata è l'autobiografia di un romanziere che tocca nuovamente l'apice, mosso anche questa volta dal piacere di scoprirsi e di mettere nero su bianco e laboriosamente gli anni della sua giovinezza.

Consigliato a chi vuole scalare una delle vette più alte della letteratura italiana.






Adelphi, 2018

Il mio titolo del 2018 è in realtà del 2007, che di grazia (sempre tutta nostra) Adelphi riporta quest'anno nelle librerie con la nuova traduzione.

Lo stesso uomo che si era piazzato in classifica con ben due titoli.
A sedersi sul trono è lo stesso Emmanuel Carrère che mi aveva sedotto con la storia del Cristianesimo, e preso per mano nelle vie russe (e più tardi francesi) con la storia di Eduard Limonov.

L'ibrido romanzo/inchiesta giornalistica vede qui il risultato migliore.
La vita di Emmanuel – dopo aver pubblicato il crudo e intenso L'avversario - incrocia quella di un prigioniero di guerra ungherese dimenticato per cinquant'anni e ritrovato in un ospedale psichiatrico russo a ottocento chilometri da Mosca.
Come nel romanzo granguignolesco di Michele Mari, anche qui si affacciano i fantasmi personali e della famiglia.

Una volta messo piede in quel di Mosca, a Carrère, di cui bisogna sapere l'origine sovietica, riaffiorano i ricordi e un inconfessabile segreto della sua genitrice; e nella fattispecie di suo padre (e nonno dello scrittore transalpino).
Carrère non vuole mettere a tappeto questo spettro terrificante della memoria, ma prima girarci intorno per poi guardarlo negli occhi e raccontarcelo, sempre con una scrittura meticolosa e meravigliosa nel tratteggiare due generazioni. Perché quello del prigioniero ungherese era solo un pretesto, chissà.

Consigliato a chi vuole compiere un viaggio al centro della memoria

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