Quante volte sono che vi beccate i premi meno chiacchierati della rete?
Almeno cinque sicuro.
Questa sintetizza il mio 2018 da lettore, l'anno in cui ha visto imporsi definitivamente (e al primo posto) un mio amore letterario, e altri ancora sbocciare nel pieno della loro maturità artistica.
Non solo romanzi, ma anche biografie, non-fiction, autobiografie mostruose e artistiche.
Cominciamo?
Per il discorso fumetto ne riparliamo dopo i soliti bagordi di fine anno.
La prima recensione che troverete sul blog sarà proprio dedicata al
testo che segue.
Giusto per dirvi: 1) scusate per l'assenza e 2) tranquilli che il
blog andrà sempre avanti seppur con il contagocce.
Add editore, 2017
Jacopo non si nasconde: la musica di Massimo Ranieri, al secolo
Giovanni Calone, è la passione che lo travolse in tenerissima età e
mentre era in cucina con sua nonna!
In questo racconto inventa, ricorda, analizza e, non è da tutti!
Sul blog ve ne parlerò meglio, e non mancherà un omaggio grafico
dal bravissimo illustratore Piero Nudo! Un collega (ehi, grazie per il nuovo logo del blog!), conosciuto in una
già lontana edizione del Napoli Comicon, a cui si vuole un gran bene, tranne quando si tratta di sfidarlo al fantacalcio (e che si sappia).
Consigliato
a chi non può fare a meno di cantare sotto la doccia Perdere
l'amore, consapevole di perdere (invece) la voce prima o poi.
Fandango Libri, 2018
“Ciao Simone, come
stai?
A breve uscirà il
mio romanzo: pertanto ti chiedo se ti piacerebbe recensirlo e dal
momento che scrivi un po' dappertutto?”
Lo ammetto, è andata proprio così con l'amico Iacopo, conosciuto ai tempi (del suo primo romanzo di successo, Stalin + Bianca, ndr) in cui lavoravo come addetto stampa.
Lo ammetto, è andata proprio così con l'amico Iacopo, conosciuto ai tempi (del suo primo romanzo di successo, Stalin + Bianca, ndr) in cui lavoravo come addetto stampa.
Un messaggio nella
casella mia di Messenger che manifestava il desiderio di farmi
leggere quello che per me è stato il ritorno dell'anno 2018.
L'io narrante si
racconta e racconta le gesta di Danny e Aria, ognuno in fissa con i
propri hobby e alle prese con la realizzazione in ambito
professionale.
In questi ragazzi
c'è tutto il dramma della costante ricerca di se stessi –
riflettendo il pensiero millennial - unito a una giusta dose di
ironia affilata, intelligente e sempre attenta al filo
conduttore della storia: il desiderio.
Cosa spinge i
protagonisti a muoversi e a compiere determinate scelte/azioni?
Il desiderio –
appunto – è il motore che muove la trama gestita da una scrittura
minimal e di quelle (americane) che piacciono tanto a Iacopo Barison.
Nel 2019 non
fatevelo mancare.
Grazie a Liborio
Conca ho potuto parlarne meglio nell'ultimo numero - uscito in
edicola - de Il Mucchio Selvaggio. Debutto nella rubrica e
unica volta in cui vi ho scritto.
Consigliato a
chi ascolta i Coma_Cose, ai lettori di Ratigher e agli amanti della
letteratura postmoderna americana
Fandango Libri, 2018 (nuova edizione)
La medaglia di
bronzo spetta tutta alla nuova edizione di Fumetti di evasione,
ampliata e riveduta dall'autore Oscar Glioti (editor Coconino Press);
nonché grande estimatore del fumettista di San Benedetto del Tronto.
Proprio alla figura incendiaria di Paz dedica un saggio che può
essere letto come una lettura d'amore verso la produzione di
un'icona, ma anche come un romanzo d'avventura che attraversa diversi
decenni della storia d'Italia.
Al saggio-romanzo e
ai trent'anni dalla scomparsa di Paz ho scritto giusto un articolo per Esquire Italia
Consigliato a
chi ha dedicato una vita intera a Paz e a chi ama la cronaca
giornalistica.
Einaudi, 2017
Da piccolo si ha
paura e molta dell'inconoscibile. Mari lo ha affrontato “solo”
qualche anno più tardi e con una autobiografia impostagli dalla
fantomatica Accademia dei Ciechi.
Un immaginario
fantasy si fonde con i ricordi dell'autore.
Uno scritto corsaro
che ammalia il lettore: per non dire che lo fa prigioniero per mezzo
di una scrittura arcaica e a tratti inventata.
Una cattedrale,
questa edificata da Mari, che si estende e ospita i mostri e prime
dagherrotipie di una vita. Come vediamo scorrere i ricordi fanno
capolino – a Milano – i fantasmi di Buzzati, Bonatti, Jannacci e
di Montale.
Leggenda privata
è l'autobiografia di un romanziere che tocca nuovamente l'apice,
mosso anche questa volta dal piacere di scoprirsi e di mettere nero
su bianco e laboriosamente gli anni della sua giovinezza.
Consigliato a
chi vuole scalare una delle vette più alte della letteratura
italiana.
Adelphi, 2018
Il mio titolo del
2018 è in realtà del 2007, che di grazia (sempre tutta nostra) Adelphi riporta quest'anno nelle librerie con la nuova traduzione.
Lo stesso uomo che
si era piazzato in classifica con ben due titoli.
A sedersi sul trono
è lo stesso Emmanuel Carrère che mi aveva sedotto con la storia del
Cristianesimo, e preso per mano nelle vie russe (e più tardi
francesi) con la storia di Eduard Limonov.
L'ibrido
romanzo/inchiesta giornalistica vede qui il risultato migliore.
La vita di Emmanuel
– dopo aver pubblicato il crudo e intenso L'avversario -
incrocia quella di un prigioniero di guerra ungherese dimenticato per
cinquant'anni e ritrovato in un ospedale psichiatrico russo a
ottocento chilometri da Mosca.
Come nel romanzo
granguignolesco di Michele Mari, anche qui si affacciano i fantasmi
personali e della famiglia.
Una volta messo
piede in quel di Mosca, a Carrère, di cui bisogna sapere l'origine
sovietica, riaffiorano i ricordi e un inconfessabile segreto della
sua genitrice; e nella fattispecie di suo padre (e nonno dello
scrittore transalpino).
Carrère non vuole
mettere a tappeto questo spettro terrificante della memoria, ma prima
girarci intorno per poi guardarlo negli occhi e raccontarcelo, sempre
con una scrittura meticolosa e meravigliosa nel tratteggiare due
generazioni. Perché quello del prigioniero ungherese era solo un
pretesto, chissà.
Consigliato a chi vuole compiere un viaggio al centro della memoria
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